La storia della antica Liguria di Girolamo Serra
APPENDICE 317
re anziché discorrere, uopo è di una volontà pronta e risoluta. In fatti i pareri furono diversi e si finì a concludere niente, quando alcuni colpi di artiglieria tirati sulla città difusero un generale spavento, e tutti domandarono gli accordi* Furono spediti Tommaso Cattaneo e Paolo de Franchi; ma il Pescara, che aveva odio col Colonna a cui i due legali si diressero, non volle riconoscere i capitoli fermati; e malgrado le opposizioni e le preghiere degli Adorni e Fiescbi spinse i suoi all'assalto. I soldati di dentro fecero valida difesa, ma per l'oscitanza del doge e il fatto repentino non si erano fatte le opportune provvisioni nè dati ordini regolari, e però gl» assalitori vinsero. Abbruciata una porta, scalate le mura, entrarono dentro. Ottaviano, crogiuolato in letto da gotta fu fatto prigione, Federico si salvò colla fuga, la città andò miseramente a sacco. Carlo V, benché fosse monarca potentissimo* e possiedesse i tesori del Nuovo Mondo, che un Genovese aveva scoperto trent'anni innanzi alla Spagna, aveva nondimeno l'esercito il più mal pagato e in conseguenza il più ladro che si fosse mai visto al mondo. Una cenciosa ribaldaglia scostumata e feroce, composta di Spagnuoli, Tedeschi, Borgognoni, Fiamminghi e Italiani, guidata da capi iutrepidi ma barbari, e a cui il delitto era abitudine, faceva la guerra più da masnadieri che da prodi. Alcuni di quei Tedeschi erano Luterani, setta nuova, nata pochi anni innanzi nella Germania, e a cui l'avarizia della corte di Roma e i vizii de'preti avevano dato motivo, i quali per l'odio grandissimo che por-
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