La storia della antica Liguria di Girolamo Serra
318 APPENDICElavano a'papi, odiavano per riverbero anche gli Italiani, e si permettevano le più dirotte enormità sulle persone così dette sacre e sulle chiese. Costoro adunque vivendo di saccheggio, avevano già colle loro crudeltà e rapine desolata la Lombardia, gli stati veneti e della Chiesa, e per giunta di mali, quasi sempre traevano seco, egli lasciavano a guardia de'paesi da essi percorsi, la pestilenza e la fame. Nè più miti si mostrarono in Genova, ove pure non lasciarono che un'immagine di quanto dovevano cinque anni dopo operare di più atroce o profano in Roma. Le chiese, le case, i luoghi più occulti o più sacri, nè età nè innocenza fu da loro rispettato. A malapena si pofè salvare la casa di San Giorgio, la dogana, il Porto Franco, recipienti di molta ricchezza, e il tesoro^della Chiesa di San Lorenzo; e il prezioso catino su cui divota superstizione Screde che fosse presentato alla leggiadra ballerina il capo del Battista. Nè solo Tedeschi o Spagnuoli, ma Italiani ancora, Genovesi ancora delle bande assoldate dai Fieschi ed Adorni si bruttarono in quelle infamie, e donne ancora che in gran numero seguivano quegli osceni eserciti. 11 sacco durò due giorni e due notti. Spazio lunghissimo alle agonie di chi fuggiva, di chi si occultava, e alle innocenti vittime esposte alle lascivie di quella sporca e ubbriaca plebaglia. Molti cittadini furono massacrati, altri maltrattati o feriti, e fra questi Agostino Giustiniani, da'cui annali prendiamo in parte il fiero racconto : e al sangue, a'rubamen-ti mescendo la libidine, fanciulle di nobilissimi natali, pudiche spose, rispettabili matrone ora-
)d
| |
Italiani Lombardia Chiesa Genova Roma San Giorgio Porto Franco Chiesa San Lorenzo Screde Battista Tedeschi Spagnuoli Italiani Genovesi Fieschi Adorni Agostino Giustiniani
|