La storia della antica Liguria di Girolamo Serra
322 APPENDICEghi; donde nacquero tumulti a mano armata nella plebe, a tal segno di venirne a manifesta zuffa. Ma si opposero il doge, il viceré di Napoli cbe custodiva il re, e don Lopez, promettendo che tutto sarebbe pagato. Pagò infatti, ma la Repubblica. Carlo V secondo il suo solito, confessò il debito, diede buone parole, ma i denari gli tenne per sé.
Questo principe era un singoiar contraposto col suo rivale; più favorito dalla fortuna, gli era di gran lunga inferiore nelle doti dell'animo. 11 carattere generoso e non di rado anche disinteressato di Francesco I aveva eccitato nei principi una compassione universale della sua disgrazia; laddove l'indole doppia, interessata, e cupamente ipocrita dell'imperatore ingenerava una naturale diffidenza di lui, e i suoi trionfi anzi cbe conciliargli aderenti, gli suscitavano numerosi nemici Ciò gli avvenne anche in questa circostanza. La prigionia del re e la manifesta ambizione di Carlo fecero temere a papa Clemente VII, succeduto ad Adriano VI, che l'imperatore non fosse per opprimere colla Francia anche l'Italia; ed a frapporvi ostacoli,formò una lega co'Veneziani, Fiorentini, Svizzeri, a cui aderì eziandio Enrico Vllt re d'In-ghilterra. Intanto che questo nembo si condensava,!' imperatore,per non perdere tutti i vantaggi della sua vittoria,fece libero il redi Francia, ma a patti così onerosi che sembra impossibile come la sua oculatezza si lasciasse acctecare al segno di credere che osservati gli avrebbe. Or questi, appena si vide libero sul suolo di Francia e re ancora, gli dichiarò disonesti, illegittimi, impossibi-
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