La storia della antica Liguria di Girolamo Serra
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DISCORSO PRIMO 36
XXII. Nell'isola di Scio.
Navigando da Metelino a mezzodì quaranta miglia si trova l'isola di Scio che ne ha centododici in circonferenza. I Greci la donarono a un altro guerriero di casa Zaccaria, il quale fu gran-contestabile sotto Andronico I. Un suo pronipote ne venne spogliato, e poscia a non molto la Repubblica la racquistò per forza d'armi nel 1846. I suoi vini non solo, ma gli olii, i limoni, gli aranci riescono squisiti. 11 canale non è più largo di diciotto miglia, nè v'ha altro passo più frequentato fra il golfo di Smirne e lo stretto di Costantinopoli. Le navi ch'entrano nel porto pagano un dritto. La rendita maggiore viene dal mastice, specie di gomma che dai lentischi si estrae, incidendone la scorza. È moda in Levante di masticarlo per mantenersi i denti belli e l'alito grato. Ventidue villaggi nella provincia meridionale di Catomerea si occupano a prepararlo, e dicesi che più d'un milione e mezzo di libbre se ne venda ogni anno; il decimo è del pubblico. L'impera-dore Cantacuzeno valutava quel decimo ventimila bisanzi d'oro.
Al lato opposto dell'Arcipelago sono le Cicla-di, isole così nominate dall' apparire disposte fra loro circolarmente. La maggiore è Nasso, ricca di vini ond'era sacra a Bacco, e abbondante di marmi che si cavavano un tempo nella vicina isoletta di Paros. Un viaggiatore di questi ultimi anni, il barone di Bussierre, afferma esistervi in-fino ad ora i discendenti di quelle prime famiglie che da Genova o dall'altre colonie vi posero abitazione.
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