La storia della antica Liguria di Girolamo Serra

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      Certo è per altro che la colonia genovese propagò nelle montagne la piantagion delle viti, che insegnò a depurar meglio la soda, apri nuove sorgenti di traffico e ampliò le antiche: onde i nazionali prodotti crebbero in valore, e la popolazione, ch'era di circa trecento mila abitanti in tutta la penisola, passò il milione.
      Lo stesso mercato di Crim divenne, al modo de'Tartari, una bella e fiorente città, emula delle italiane per la solidità delle fabbriche e la copia de marmi che le adornavano, tanto che la Gaza-ria fu chiamata col tempo Crimea (*).
      D'altra parte i Genovesi ritrassero sommi vantaggi dalla compra di Cafla. Alla Tana soggiacevano a'dazii e a capricci de'barbari, alla concorrenza degli altri mercatanti europei e alle intemperie delle stagioni. A Caffa trovavano mille tre-cencinquanta miglia lontano dalla patria comune un porto nazionale e quasi una casa propria per allogare le merci e rifarsi della lunghezza del viaggio. Quivi aspettavano il fine dell'aspra stagione che agghiaccia quasi sempre la Palude, talvolta pur l'estremità del mar Nero; quivi finalmente annodavano con maturità e sicurezza quelle relazioni commerciali e politiche che si hanno soltanto nella vicinanza de'popoli incolti, e dalle quali dipende l'esito felice delle imprese. Nessuno de'mezzi più accreditati nelle moderne colonie si ommise in quella : i cittadini di Caffa ebbero propri magistrati, propri statuti, stem-
      (I) Reuilly, 185. Kararnsin, IV, 3.
      Di


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La storia della antica Liguria e Genova
Tomo Quarto
di Girolamo Serra
Tipografia Elvetica
1835 pagine 313

   

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