La storia della antica Liguria di Girolamo Serra
65 DISCORSO PRIMOcittà fiorisce il terebinto, e nelle montagne si cava la pietra da macina. Il porto era già frequentato da'Russi meridionali e da'Turchi della Natòlia. Al punto culminante de'monti cbe lo circondano, simile in certa guisa allo Sperone, i Genovesi rizzarono una torre quadrangolare ancor sussistente, a cui si va per una scala tagliata nel macigno l1), e di sotto posero le proprie abitazioni, oggi convertite in caserme. Le quali in un lato sporgevano a perpendicolo sul profondo mare; negli altri erano difese da ben dieci torri collegate da grossa ed alta muraglia, al presente disfatta. Come in CafFa, così in Soldaia non mancavano iscrizioni e arme di famiglie genovesi, riferite in parte dall' (Merico (2). A quest'antiche memorie si unisce quella del celebre naturalista Pallas, il quale, non ha gran tempo, si era colà ritirato e vi morì.
Da Sudagb procedendo vie più a meriggio, si passa il gran promontorio, nominato da'Greci Kriou-metopon, testa d'ariete, e oggi Ajù. Appresso chi piega a ponente incontra la città e il porto di Balaclava, detto dagli antichi Portus Symbolorum, e Cembalo da'Genovesi (3), a* quali sembrando, ciò ch'era in effetto, un punto di ricovero per le navi del Ponente, e una chiave di comunicazione fra i due lati della penisola, vi posero coli'assenso o a malgrado de'Greci che
(1) Reise durch Taurien, VI, 160 von Murawiew Apostol, chiarissimo senatore di Russia. Ved. altresì quel dotto viaggio a carte 183.
(2) L. L. tavole XVI.
(3) Murawiew, 208.
Serra, T. IV. 5
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