La storia della antica Liguria di Girolamo Serra
70 DISCORSO PRIMO
Verso gli anni 1266 i Genovesi che abitavano per cagion di commercio il Daghestan e i paesi di là dal Tanai, avendo in sugli occhi il mar Caspio quasi deserto e vuoto per veri e per sognati pericoli, si disposero, cheche ne seguisse, a navigarlo con ricchi carichi. Perciò fabbricati alquanti navili di largo fondo, da Derbent nella Georgia e da Astracan sopra il Volga entrarono i primi europei nel mar tempestoso, scopersero in quello tre porti, e continuarono, quando tornava lor bene, a tragittarlo. GÌ'imitarono a poco a poco gli Asiatici; onde il trasporto dell'indiche merci, delle cinesi e delle persiane prese pur quella via. Ciò mise in cuore a un certo Luca Ta-rigo da Genova un'impresa certo non giusta, ma delle più malagevoli e maravigliose che dir si possa.
Era l'anno 13y4 quando esso armò una fusta sottile a CafFa, e, attraversata la palude Meotida, entrò nel Tanai spingendosi contro corrente fino a quel punto ove il terreno che separa quel fiume dal Volga o Edil non è più largo di cinquanta in sessanta miglia. Quivi, ajutato da'suoi rematori come lui arditi, tira a terra la fusta, e caricatala sopra le spalle a guisa d'un cassone, dopo alquante posate la rimette in acqua all'opposta ripa del Volga. La corrente colà l'asseconda e portalo impetuosamente nel Caspio, ove or da una punta ora da un'altra, ora entrando di cheto nei porti, ora sboccandone fuori preda i legni che vuole, e toltone il meglio, rimonta di forza il ra-ido fiume. Già era al lido, già s'indirizzava con ducia al Tanai, quando una tribù di Calmucchi,
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