La storia della antica Liguria di Girolamo Serra
79 DISCORSO PRIMOmaterie secche, a mine, stara, quarte e gombette. Ogni capacità contiene un corpo grave. Quindi il barile dell'olio pesa rubbi sette e mezzo, la mez-zarola del vino venti, la giusta mina dodici. È il rubbo la sesta parte del peso legale che vien detto cantaro, avente due nomi e due spartizioni diverse: il grosso per le merci grossolane, e per le fine il sottile. Il primo si divide in cento rotoli di once diciotto, il secondo in cencinquanta libbre di dodici once. Chi avesse vaghezza di ragguagliar questi pesi e misure con cjuelli de'popoli che trafficavano co'Genovesi ne secoli di cui ragioniamo, potrebbe largamente soddisfarsi consultando 1' opere contemporanee di Francesco Balducci Pegolotti e di Giovanni da Uzzano Fiorentini (0 , utilissime adiciferare gli antichi con-teggi, massimamente che vi si rapportano e confrontano tutte le monete correnti in quell'età.
jNotate però stravaganza, se tale può dirsi ciò che succede in molti altri paesi ancora. I pesi e le misure delle cose più usuali non erano e non sono le stesse a poche miglia da Genova.
Verso la metà del XII secolo, quando Corrado II concesse un imperiai privilegio di monetazione, si uscì finalmente dalla rozzezza arbitraria delle monete de'secoli barbari, e vennesi a un nuovo sistema di competente regolarità. Il quale, a parer nostro, ebbe per base la Genovina d'oro, lanuì-nus in lingua latina, di un'oncia in peso, di carati 21 in bontà, e di valor pari alla lira. Era la
(I) Della Decima de'Fiorenl., T. Ili e IV. Lisbona e Lucca 1766. Miglia 6 2;3 fanno un miriamclro.
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