La storia della antica Liguria di Girolamo Serra
100 DISCORSO PRIMOpubblici uffizi 1 senz'avvilimento negl'esclusione degli altri cittadini, allora rifulse la più bella epoca del popolo genovese; allora egli acquistò più trofei navali, maggiori privilegi di traffico, un'industria più viva, una coltivazione più adatta al suo bel clima, e copia e magnificenze di fabbriche sì pubbliche come private. Questa età felice si estese agli ultimi trent'anni del secolo XIV e a'primi del secolo successivo, trattone qualche breve intervallo. Un ottimo Italiano così ne scriveva ad un 6uo amico: (!) « Non pur vedrai passando a Genova una città cui donna del mare il solo aspetto dimostra, piena di templi preziosi, d'alte moli e splendidi palagi; ma stupirai in vedere cotanta città quasi vinta dalle circostanti sue ville. Niun lido (scriv' egli altrove) affatto niuno riesce più ameno e più odorifero del lido Ligustico, il quale conduce a'confini della Francia. Dall'una all'altra riviera fioriscono sulle vette de'monti il dolce castagno, sui poggi il sempre verde ulivo, alla marina le sacre ^alme, i soavi melaranci; e fra scoglio e scoglio s innalzano dipinte logge e vòlte dorate. Negletti vi sono i doni di Cerere; ma i vini di Monterosso e di Corniglia superano il Falerno; e il frutto di Pallade riesce nel golfo di Luni più limpido rhe nel Pireo ».
Così ragionava quel costante amatore dell'Italia e della poesia. Con più umile stile noi andremo notando non solo le fabbriche di quell'età, ma le più antiche ancora. Fra le quali primeggiano
(1) Petrarca, Iliner. Seni!., 46. Africa, VI.
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