La storia della antica Liguria di Girolamo Serra
107 DISCORSO PRIMOventò poi vescovo di Tolosa, ove mori santamente nel i23i (0.
Segue Bonifazio Calvi mancato non molto dopo il 1276. Giovane lasciò la patria per vivere in corte del re di Castiglia che lo creò cavaliere. Compose una canzone in tre lingue per bandir guerra contro il re d'Aragona. Sono poeti della medesima età Alberto Quaglia albinganense, Lanfranco Cicala ambasciatore a un conte di Proti) Questo Folco o Folchetto, come altri chiamavalo, fu uno de'più implacabili persecutori degli Albigesi, e precipuo autore delle calamità che afflissero durante quelle persecuzione, la 6ua propria città episcopale. Nel 1216, essendosi i Tolosani sollevati a favore dell'antico loro conte Raimondo VI, e temendo essi poscia lo sdegno di Simone di Monforte capitano della crociata, Folchetto j indettatosi con Simone^ esortò i cittadini ad uscire incontro a quello divisi in supplichevoli bande ad implorar perdono j acciò il Monforte potesse farne più agevolmente strazio. Ed essendosi i cittadini avveduti dello inganno, e avendo dato di piglio alle armi, guidò egli stesso il vescovo contro i cittadini i soldati del Monforte, i quali entrarono nei quartieri meno popolosi della città , vi saccheggiarono, uccisero, violarono donne e fanciulle, finché vennero respinti. Fattosi di nuovo in quella circostanza mediatore di pace, fermò col proprio giuramento i patti della resa giurati dal Monforte, e fu tosto dopo consigliero a questi di violarli, e di straziare i principali cittadini e taglieggiare la città. L'anno 1228, sendo i Tolosani stretti d'assedio da Umberto di Beaujeu, Folchetto suggerì egli il modo di forzarli alla resa , e fu di devastare tratto tratto tutto il territorio della città dalle porte di essa sino alle montagne a tal che non vi rimanesse più vestigio d'umana coltura od industria. Niun mezzo era per lui disonesto quando trattavasi di somministrare vittime ai roghi. Di dissoluto fattosi uotn di chiesa, egli fu di que' tanti che i passati loro trascorsi credono scontare col-l'inferocire per le altrui colpe, anziché di que'pochi ai quali i propri errori passali sono argomento di essere severi a sè medesimi e ad altrui indulgenti. (Nola degli Editori).
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