La storia della antica Liguria di Girolamo Serra
DISCORSO PRrMO 113
tura, In diluvio aquarum multaram ad eum non approximabunt. Applaudirono con ambe le mani gli astanti, e il piaguoloso Raimondo fu abbandonato da tutti (IXJacopo preposto dal capitolo di Albenga, professore di sacre lettere in Bologna, e vescovo di Faenza, fiori poco dopo il canonico Tedisio. Basti a sua lode l'aver ammaestrato il giovine Fie-schi, che fu poi Innocenzo IV.
Le azioni principali d'Innocenzo ebbero luogo
(I) Il fallo è narralo assai inessattamente dal nostro A. Questo Tedisio non era altrimenti legato pontifico, ni presiedette al concilio di sant'Egidio, ma era soltanto consigliere del legato Arnaldo, il quale fu quello che convocò e presiedette il concilio in cui si trattò la causa del conte Raimondo VI (non VII). Avanti il concilio era «tato Raimondo rimandalo dal pontefice per ispurgarsi di due capitalijaccose , d' avere cioè partecipato all' eresia degli Albigesi ed alla morte del legato Pietro di Castelnau; e sperava con buon fondamento di chiarirtene innocente. La qual cosa «piacendo ad Arnaldo che odiava il conte mortalmente, ed a Tedisio, il quale, siccome scrive il Frate di Vallernai, agognava soprahitto di trovare nel diritto alcun pretesto per togliere al conte l'occasione ili giustificarsi datagli dal pontefice, s'indettarono essi che Tedisio avrebbe mosso de'cavilli a Raimondo ed impeditogli la sperata purgazione. E cosi fa fatto; così che il conte, il quale si teneva sicuro di porre in chiaro la propria innocenza, e se! vide impedito, per l'amarezza e lo sdegno proruppe io pianto, e fa di nuovo scomunicato. Del resto, fosne anco il fatto come dal nostro storico è narrato, non sembra che la citazione d'un passo delle sacre carte fatta scnrrilmente a scherno di an inquisito, e la condanna di questi, non per» chi fosse veramente reo, ma perchè con la sua dappocaggine avea stomacato il sn« giudice, sieno titoli pei quali Genova, feconda madre di tanti illustri uomini, debba gloriarsi d'aver dato la luce ad un mastro Tedisio di Cammilla.
(Nota degli Editori). Sbrba, T. ir. 8
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