La storia della antica Liguria di Girolamo Serra
167 DISCORSO SECONDO ^di quegli schiavi che ben sapete. Direte appresso che a nostro malgrado ci convenne respinger forza con forza, danni con danni, e ingiurie con ingiurie; il che ne riusciva in questo tempo tanto pił agevole, quanto per divina clemenza il nostro stato presente č pił stabile e tranquillo che mai.
Avrete cura che questa pace si tratti e conchiuda in Famagosta per l'utile grande che risulterebbe dall'esservi tutti voi presenti.
I patti che giudichiamo pił necessari, e senza i quali non vorremmo pace, sono, primo che il Soldano restituisca i sedici mila ducati d'oro estorti da'nostri mercanti per l'avania degli schiavi di Caffa. Item ch'egli prometta solennemente di non far lóro ricevere per l'avvenire contra lor volontą aromati od altre merci in luogo dei convenuti danari. Item se accada che qualche navi-lio genovese lungi dalle terre del Soldano danneggi i Turchi o mori Magrabini a lui non soggetti, i nostri non sieno costretti a veruna soddisfazione, nč esposti ad alcuna molestia per parte sua. Item se il danno sia fatto anche a'suoi sudditi da'rebelli e fuorusciti del comune di Genova. Item se avvenga che alcuno suddito del Soldano noleggi alcun navilio genovese, qualunque danna per qualunque cagione segua, imputarsi non possa agli altri genovesi, salvo a quelli che ne fossero entrati mallevadori, secondo le regole legali. Item che il console de'Genovesi in Alessandria abbia i privilegi, onori ed emolumenti dovuti e consueti.
Questi e tutti gli altri capitoli, se altri ve n'o-
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