La storia della antica Liguria di Girolamo Serra

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      169 DISCORSO SECONDO ^eedo in perpetuo per mano di Pietro Gontardo nobile cittadino genovese al comune di Genova e a'suoi popoli la libertà di comprare, vendere, introdurre, estrarre sì di mare, come di terra ogni e qualunque merce e derrata in tutlo il mio reame senza pagar» per l'avvenire alcun dazio. Do loro inoltre libera curia, cioè consolato e viceconsolato per qualunque delitto, salvo prodizione, rapina e omicidio. E do loro ancora due pezzi di terra, l'uno presso Nemosia (oggi Limisso nella parte meridionale dell'isola), l'altro a Fani agosta (nel lato orientale), ne'quali potranno murare a lor piacimento. In caso di naufragio mi obbligo salvare, per quanto potrò, le loro robe e persone.
      Fatto col consenso di Filippo d'Ibelin bailo del regno di Cipri e col consiglio de'miei uomini.
      1232.
      11 re Enrico, fatto maggiore, confermò le medesime cose a Ingone de' Ferrari e Guglielmo dall'Orto consoli generali in Soria, aggiugnen-dovi un'altra terra o possessione presso a Pafo. Onde la prima serviva a ricoverare i Genovesi che arrivavano dalla Soria, la seconda a quelli che navigavano in Egitto, la terza a chi veniva d'Italia.
      1233.
      Il detto re col consiglio di Giovanni d'Ibelin,. l'uno dei suoi zii, sulla richiesta del castellano Savignone a ciò deputato da Pietro de' Mari e Giovanni Piccamiglio (consoli generali in Soria
      d


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La storia della antica Liguria e Genova
Tomo Quarto
di Girolamo Serra
Tipografia Elvetica
1835 pagine 313

   

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