La storia della antica Liguria di Girolamo Serra
192 DISCORSO SECONDO ^fece Guglielmo Boccanegra, capitano del popolo, e ammise ai pubblici onori, non cbe le arti più onorate, gl'infimi mestieri ancora. Di modo che aspirando ancor essi alle potesterie dell'Imperio, bisognò eleggerne alquanti a fine di non farseli tutti nemici. I modi loro non piacquero, l'imperadore richiamossene più volte, e con molte minacce. Soprastava in questo mezzo la guerra coi Pisani e Veneziani; onde i nuovi capitani del popolo, succeduti al Boccanegra, deliberarono di mandare un ambasciadore straordinario a Costantinopoli; e per mezzo di lui proporre qualche clausola e qualche dilicata spiegazione, idonee a rassodare la vacillante amistà dell' imperadore. Il P. Semino trovò o trascrisse solamente l'atto con cui se ne fece la ratifica in Genova. Rammenterannosi i nostri lettori che al tempo dei capitani del Comune, i podestà forestieri, quantunque limitati all'autorità giudiziaria, avevano per urbanità o politica la prima rappresentanza. Ciò premesso, il detto atto è come segue:
In nome di N. S. Gesù Cristo. Amen.
Noi Simone Bonoaldo podestà della città di Genova, Oberto Spinola e Oberto Doria capitani del comune e popolo genovese, e noi Anziani dello stesso popolo e suo consiglio, ratifichiamo e approviamo i capitoli convenuti fra l'eccellentissimo imperadore dei Greci da una parte e Lanfranco di San Giorgio, già ambasciaaor nostro e del comun di Genova, dall'altra; il tenore dei quali è il seguente:
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Guglielmo Boccanegra Imperio Pisani Veneziani Boccanegra Costantinopoli Semino Genova Comune S. Gesù Cristo Simone Bonoaldo Genova Oberto Spinola Oberto Doria Anziani Greci Lanfranco San Giorgio Genova Cristo
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