La storia della antica Liguria di Girolamo Serra
DISCORSO QUARTO 223
]a di questo nome, Copa in Circassia, Totatis in Mingrelia, Kubatscka nel Daghestan, il castello vicino a Trebisonda, il fondaco di abitazione in Sebastopoli, il gran mercato della Tana, e tutte le carovane indirizzate verso il settentrione e il centro dell'Asia. Resta a notarsi il consolato di Torisi in Persia, del quale troviamo tante volte memoria negli ordini del magistrato di Gazaria, che giudichiamo essere stato indipendente dagli altri, e diputato a promuovere e reggere il traffico dell'Asia meridionale. Il provvedimento più notabile in Torisi era questo, che i mercatanti genovesi società non facessero co'forestieri.
È bello il conoscere la tavola comparativa delle gabelle nella maggior parte de'luoghi su mentovati. Cominceremo perciò dal Levante. In Tar-taria e al Cattajo, scriveva il Balducci, non si ha altro aggravio salvo che di dover barattare il contante in una carta detta babisci, che nondimeno ha pieno corso. Inoltre se il mercatante morisse in cammino senz'aver seco uno stretto compagno o fratello, ogni cosa sua resterebbe al signor del paese. Alla Tana i Genovesi pagano per l'introduzione e l'estrazione delle merci quattro a centinajo del prezzo, i Veneziani altretan-to, gli altri popoli cinque; in Trebisonda i Genovesi e l'altre genti latine nulla, le rimanenti il tre per centinajo. In Costantinopoli e Pera i Genovesi e Veneziani sono franchi entrando e uscendo; ma i secondi lasciano in Pera per diritto di pesaggio libbre tre per dieci cantara, tutti gli altri lo stesso diritto, e inoltre il due per centinajo. A Torisi in Persia poco meno del cinque abyl'
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