La storia della antica Liguria di Girolamo Serra
224 DISCORSO QUARTOr centinajo indistintamente per tutti. Negli stati posseduti dal Turco, secondo l'accordo fatto col Gran-Signore Orcane (Orcanbey) ratificato per Amurat suo figliuolo (Morat-Bey) i Genovesi pagano due per cento come i Saracini, i Greci, i Veneziani e altri popoli pių favoriti, in corre-spettivitā del privilegio conceduto ai suoi sudditi di non pagare in Pera se non otto carati per cento iperperi. In Bulgaria giusta la convenzione del 1387 col magnifico e potente signore Iuancho figliuolo del signor Dobordiza nč i Galatini, nč i loro compatriotti dan nulla per introdurre ed estrarre navilii, oro, argento, perle di numero e altre gioje; per tutt'altre cose il due soltanto a centinajo. Nell'isola di Cipri i Genovesi e i Veneziani sono franchi, altre genti pagano due, e altre quattro per cento. In Sicilia Genovesi, Catalani e Narbonesi venendo da'loro paesi sono franchi; dall' altre parti sono sottoposti al dazio generale del tre per cento di quanto comperano e vendono. Nel regno di Tunisi se i Genovesi patiscono di carestia, possono estrarre francamente grano quanto č il carico di cinque navi. Dell'oro, ar-ento e monete pagano il cinque per centinajo, elle altre robe il dieci;-i Veneziani dieci, in generale gli altri popoli undici. Chi trae roba da Genova a Pisa non paga niente e reciprocamente, salvo il pedaggio di Porto Venere, eh'č al pių di un soldo per lira, non eccettuati i nazionali Chi mettevi roba d'Inghilterra o di Fiandra per la via della Francia non dā se non un danaro per lira, dagli altri paesi un per cento, pių danari cinque per lira, oltre a soldi due per lo pedaggio
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