La storia della antica Liguria di Girolamo Serra
- 230 DISCORSO QUARTOnon isvernare alla Tana, e non iscaricar mercanzie nelle sue riviere, nč in quella eh'č fra Gaffa e Soldaja;non vendere galee oltremare, non armarne in corso, e non fare pių di due viaggi l'anno in Levante. Che all'entrare del console di Caffa in ufizio, ma non alla presenza di lui, si convochi il parlamento per l'elezione di 24 consiglieri, i quali poscia eleggeranno un uffizio speciale di sei; che il console giudichi le liti portate al suo tribunale sommariamente e de plano; che deliberare non possa delle cose pubbliche senza il consiglio dei ventiquattro; che l'approvazione de'sei sia necessaria a rimuovere dall'ufizio loro i censori, e due almeno di quelli debbano essere presenti all'inventario de'beni trasmessi ab intestato. Debbano i marinari ricevere trent'once di biscotto il dė, rispettare, ubbidire e non abbandonare il padrone, cui sarā lecito far legare i disubbidienti e rissosi.
A questo statuto un altro pių esteso si aggiunse nell'anno i4o3. Pier Lercari, Giuliano Castello e Antonio di Gavi lo compilarono in novant'otto capitoli; ed eccone alquanti non contenuti nel primo.
La prima stazione di legni armati per Levante si faccia a Porto Venere, aove i visitatori riconosceranno se la costruzione non abbia difetti, se tre sieno i ferri e legalmente marcati, se basti il biscotto, se duri lucido e netto l'armamento.
Non si dieno legni a fabbricare nč a rifornire da forestieri. Niitn cittadino o distrittuale navighi sopra legni catalani. Non si levino schiavi sopra 1 navilii; non si raccettino fuoruscili. Societā non si faccia con Saracini e Turchi.
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