La storia della antica Liguria di Girolamo Serra
DISCORSO QUAJRTO 235
se le buone situazioni sono giovevoli al commercio, i governi buoni sono anche da più.
Non già che i Genovesi fossero tanto avviluppati nelle interne loro magagne da trascurarlo e perderlo affatto. Irresistibile, ma lunga è la china per cui un popolo commerciante mal governato va in fondo d'ogni miseria. La massima parte, se non la più importante delle istituzioni che prosperare lo fecero, dura tuttavia; e gli stranieri dolcemente assuefatti alle sue relazioni, più volte acconsentono agl'inviti di rannodarle prima di romperle interamente. Perciò il quattrocento non è men ricco del secolo antecedente m negoziazioni ed accordi con l'Inghilterra.
Nel i4o4 Enrico IV 0) domanda un prestito gratuito ai mercadanti italiani; e mentre i Fiorentini non danno se non cinquecento marche d'argento, i Genovesi ne offrono il doppio. L'anno seguente si delibera un salvocondotto a Gu-listan Pinello «ambasciador genovese, perocché senza salvicondotli non si viaggiava allora con sicurezza nè in terra nè in mare. Non si sa quali articoli trattasse il Pinello. Mancanti di salvocondotto alquanti legni inglesi, i primi forse che portassero merci a Marocco, vengono predati in sul porto da tre galee genovesi. 11 re non rompe la pace, ristringendosi a concedere rappresaglie. Arrigo V suo successore prosegue a concederle e pattuisce col duca di Borgogna, conte ancora di Fiandra, che fino alla rivocazione di quelle nè Fiamminghi nè Inglesi possano caricar mer-
(I) Rymer, P. I, II e III.
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