La storia della antica Liguria di Girolamo Serra
238 DISCORSO QUARTOce. Ma già.la Manica era chiusa a'Genovesi: onde ci volle una grazia speciale con lettere patenti del re, innanzi che Y ambasciadore accompagnato da un venerabile anziano o prelato, e da trenta altre persone, potesse metter piede nell'isola. Al suo arrivo la corte era troppo agitata per dar-
fli subito udienza. I partigiani del duca di orck sbarravano le vie di Londra contro gli amici della casa reale; cinquemila armati guidati dal gonfaloniere di Londra vegliavano die notte alla pubblica sicurezza; finalmente si fece una tregua. L'ambasciador genovese, non ignaro certo di simili eventi, mirò da un balcone sopra la piazza San Paolo una processione solenne di apparente riconciliazione fra le due parti, che fu poco di poi seguita da una battaglia e una di-spersion momentanea de'tumultuosi. Allora Giovanni di Serray cosi avea nome l'ambasciadore, ebbe l'udienza desiderata, e tante belle cose discorse sopra l'utilità delle paci, il commercio delle colte nazioni, e la benevolenza dell'Inghilterra verso i Genovesi . che i grandi del regno presenti all' orazione fecero applauso, e il re Enrico VI con quella dolcezza e semplicità di maniere che fu l'ornamento e la disgrazia insieme della sua vita, desiderò ne fosse serbata memoria nel proemio della nuova pace. Siccome Carlo VII re ai Francia e principe insieme di Genova, riconosciuto non era dall'Inghilterra, così l'accordo è disteso a modo di editto. Esso conferma a'Genovesi la facoltà di approdare liberamente in Inghilterra co'loro fattori, domestici e procuratori, purché Francesi non 6Ìeno, o altri nemicid
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