La storia della antica Liguria di Girolamo Serra
DISCORSO QUARTO 285 *
ella vendè la porzione feudale della famiglia insufficiente a mantenerla, e il ritratto danaro impiegò più lucrosamente nella mercatura. Andrea intanto si diede a studiare; e quanto più i suoi studii si riferivano a belliche imprese, come le matematiche e la storia, tanto più profittava. Per-dè la madre appena compiuto il diciottesimo anno; tuttavolta nè il fiore dell'età, nè l'ardor dell'ingegno, nè l'essere totalmente in balìa di sè stesso noi trasportarono tanto, ch'ei non volesse con migliori insegnamenti e con una pratica co-tidiana apparare, quanto ricercavasi allora dal navigante e dal guerriero. Durò questa seconda educazione fino al 1488, quando il doge cardinale Fregoso cedè il governo di Genova per sei mila scudi d'oro l'anno a Lodovico Sforza zio e tutore del duca di Milano Galeazzo. Entrò quindi Andrea nelle guardie pontificie, regnando a quei tempi Innocenzo Vili genovese. Ma ne tolse congedo sotto il suo successore; e il nome di Alessandro VI non che giustifica, rende pregevole tal mutazione. Raccolselo allora con grandi dimostrazioni di affetto la corte di Urbino albergo d'ogni virtù, e scuola di tutti i gentiluomini valorosi. Venne il i494> anno sommamente memorabile, in cui Carlo Vili re di Francia passò a conturbare l'Italia. Andrea dunque s'involò agli ozii eruditi di Urbino, e fece fa prima esperienza dell'armi contro i Francesi. Ferdinando II re di Napoli lo annoverò fra'suoi più fidati; ma niuno potea ritenere la cadente fortuna de'principi aragonesi. Mentre Carlo entrava trionfalmente nella metropoli de'suoi nimici e Ferdinando l'abban-
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