La storia della antica Liguria di Girolamo Serra

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      310 / DISCORSO QUINTONon occorre spiegare le cose raccomandate all'ufìzio del sale, quando la Repubblica ebbe ceduto a San Giorgio l'amministrazione di quella importante e fruttifera gabella.
      I sindicatori e conservatori, detti poi revisori, avevano ampia balìa d'inquirire tutte le azioni fatte da qualunque ufìziale, scrivano o ministro delle compere, e dove alcuno d'essi avesse commessa frode, o contravenuto agli ordini^ capitoli e decreti, la legge gli autorizzava di condannarlo e costrignerlo al rifacimento del danno, e ad una multa di lire mille, rimossa qualunque scusa ed eccezione. Sembra cbe i protettori si pentissero, quando cbe fosse, di tanta autorità posta in altrui mani; certo avvenne che quasi mai si elessero a quell'ufizio de'revisori uomini provetti, ma sib-bene di poca età; e tant'era a quei tempi diversissimi da'nostri il rispetto della gioventù verso i maggiori, che la temuta inquisizione e censura divenne una mera cerimonia. Udimmo già raccontare di un giovane animoso il quale persuadeva i compagni a valersene senza tante riserve; ma il padre di lui, chiamatolo a sè, gli disse: che strane novelle odo io di te, o figliuolo? Non sai che, inesperto e novizio qual tu sei, fosti eletto dei revisori appunto perchè una lunga consuetudine ha limitalo i loro poteri? Sta dunque cheto e non t'impacciare di ciò che non devi. Quegli ubbidì, e trentanni dopo fu doge.
      Ci resta a parlare del Gran Consiglio. Lo formavano ogni anno i protettori in numero di 480 partecipi o luogatari, metà a sorte e metà a palle. Essi presedevano alle sue adunanze, e tutti glid


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La storia della antica Liguria e Genova
Tomo Quarto
di Girolamo Serra
Tipografia Elvetica
1835 pagine 313

   

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