Storia della Repubblica di Genova di Carlo Varese
VImi sono lasciato cader di penna quando mi parvero derivar naturalmente dai fatti. Ciò parmi necessario in un' età nella quale, la fortuna di un libro, più che dal proprio merito, sembra quasi dipendere dalle opinioni di chi lo detta, o come si suol dire adesso, dal colore che in esso predomina.
Gli annalisti primi che delle cose di Genova scrissero, e somministrano necessariamente i materiali per la mole storica, o aveano mano nelle faccende del governo, o dal governo stesso erano air uffizio di compilare quegli annali preposti. Donde consegue che se trovavansi in situazione assai ovvia per ben conoscere gli avvenimenti da essi registrati, F obbligo eh' ei aveano di leggere alla fine di ciascun anno, alla presenza dei magistrati le loro scritture, poneva la sincerità delle loro penne ad un' ardua pruova. Certo non dissimulavano l'esito infausto di una battaglia navale, nè alteravano il numero delle perdute galee, e nè anche quello dei loro morti o prigioni. Ma questa, come ognun sa, non è la ragione della storia. I posteri vorrebbero veder sollevate le cortine spesso obbrobriose che nascondono i segreti degli Stati, sì perchè di vero in politica, raro è che le parole consuonino coi fatti, e sì perchè Y umana malignità gode vendica
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