Storia della Repubblica di Genova di Carlo Varese
VIIdel biasimare coloro che siedono al governo dell* cosa pubblica, come se il sedervi fosse una delizia invidiabile, che non è. Ora, alla gelosia naturale dello Stato, e all' amor proprio dei magistrati deb-besi senz' altro attribuire il silenzio di quegli annalisti per ciò che tocca i fili occulti pei quali si muoveano le cose , massimamente allorquando le mosse non partorivano lodevoli effetti. Se vi si arroge l'innata carità di patria la quale, considerata anche con un far largo, e piuttosto italiano che municipale, non può sempre spogliarsi di un certo spirito appassionato, particolarmente quando giudica le nazioni che usarono su di noi l'insolenza della vittoria e la prepotenza della forza, avremo a un dipresso la misura dei soccorsi che prestar possono allo storico i cronisti di cui favello. Per la qual cosa, gli è necessità, se indipendente e schietto, abbandonar talvolta quelle guide, e andar rinvergando la verità nelle viscere stesse delle dis-senzioni; e paragonando e discutendo, spremerne un giudizio che non di rado discorda nell'essenza coi fatti che ci vengono da quelle cronache trasmessi. In ciò nondimeno, come per far la strada a quanti avrebbero vaghezza di cimentarsi nell' ardua palestra, si adoperò con assai criterio e pazienza il buon Mu-
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Stato
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