Storia della Repubblica di Genova di Carlo Varese

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      XIIIdegli stranieri, o per procurarsi una libertà senza freno. Questo io dico perchè so di taluno, e lessi di certe scritture le quali, con una franchezza veramente maravigliosa, il Botta, liberissimo scrittore, per non accennar qui degli altri stupendi suoi pregi, il Botta accagionarono di servilità nella sua storia d'Italia che fa seguito al Guicciardini. Che si volessero di più libero e franco costoro, io non so : forse eh' ei rammentavano in leggendolo la storia della guerra d'America ; nè pensavano eh' altra cosa è il favellare di un popolo vergine nelT arringo della libertà coni' era quello dell' Unione, altra il dire dell' Italia dai Medici sino a noi.
      « L' adulare i Principi o i popoli, non è scrivere storia, ma un dar loro animo che facciano ogni male, confidati che di loro sarà scritto ogni bene : perciò l'istoria non è da ingegno servile. » Cosi professa la ragione per bocca di un illustre Italiano. Dal che ne consegue che i Principi e i popoli i quali pensano alla storia che gli aspetta, o camminano ciascuno per la loro carriera col regolo dell' equità, o si peritano ogniqualvolta sono tentati di traviare. Per la qual cosa, oso richiedere dagli uni e dagli altri un'onesta libertà di dire ; e me la concederanno, avvegnaché dagli stranieri si vada tuttodì bucinando


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Storia della Repubblica di Genova
Dalla sua origine sino al 1814 (Tomo Primo)
di Carlo Varese
Tipogr. D'Yves Gravier
1835 pagine 423

   

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