Storia della Repubblica di Genova di Carlo Varese
l/f storia di genova
4097-409». mati dalle privazioni, decimati dalle epidemie, erano vergognosamente disertati, e ritornati verso Costantinopoli. La cittadella d' Antiochia s' era arresa al conte di Tolosa : ciò bastò perchè questi non volesse cederla a Boemondo che già della città era stato riconosciuto Principe. La conquista di Mirrea alimentò le inique gare, nè si terminarono senza sangue. Lo spirito di discordia, contaminato i capi, contaminò le truppe che i privati loro dissidii per la divisione del bottino sostenevano colla spada. In somma, se il vasto impero dei Turchi-Selcu-cidi non fosse stato da molto tempo sfasciato per intestine civili guerre, egli non rovinava sotto i colpi delle spade cristiane : troppa era Y invidia dei capitani che le comandavano : troppo, al desiderio di liberare la città Santa sovrastava l'interesse dei particolari.
Pure, fra i molti più intenti al proprio vantaggio che al sublime proposto scopo, erano alcuni da vero zelo e da vera gloria animati. Questi posero mano a rappattumare i discordi Principi, ed a persuadergli che consumando se stessi in private contese , o a far conquisti parziali cui non avrebbero potuto tenere, traevano a rovina certa la Crociata intera ; nè era difficile il presentarne le pruove. Dopo la presa di Tortosa a cui tutti concorsero » fatto il novero dei superstiti combattenti, videsi, nè senza costernazione, che le battaglie, le miserie e le malattie aveano mietuto meglio di dugentomila Crociati armati, e che lo sterminato loro esercitoby
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