Storia della Repubblica di Genova di Carlo Varese
libro primo. 23
per isgombrarsi o contrastarsi il passo : dopo breve hoo-hoi lotta, « se vuoi salire, disse a Guglielmo il Saraceno , io vuò discendere : lasciamci entrambi » e si lasciarono. Guglielmo saft la torre, dal cui comignolo incoraggiò colla spada i suoi, si che in breve allagavano il primo recinto il quale apriva 1' adito al secondo. Ributtati i Musulmani tra le difese dell'altro muro, attendevano i Cristiani a trarsi dietro le scale per superarlo, e virilmente con lande e freccie faceano testa ai nemici che sovrastavano, quando impazienti delle scale, un pugno di prodi, aggrappatisi ad una palma che lunghesso il muro sorgeva, toccarono la piattaforma, e sparsero la costernazione tra gli scompigliati e attoniti Saraceni. Allora la rotta fu manifesta e generale : i pochi comparsi sul recinto primario, in breve divennero molti. Colle spade nei fianchi perseguitarono i fuggenti nemici che nelle contrade, nelle case, nelle moschee si rifuggivano per ritardare una morte cui non poteano evitare. Gran calca di cittadini, e poco meno di mille mercanti che nella torre della maggior mescliita eransi ritirati, implorarono la clemenza del vincitore, e T ottennero. Fa loro salva la vita, ma le loro immense ricchezze unite a quelle degli estinti, caddero tutte in mano dei Cristiani che raccoltele alla spiaggia di San Parlerio in Solino, amichevolmente se le divisero.
E quante fossero queste ricchezze, puossi congetturare dalla parte che ne veniva a ciascuno. l)i-
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