Storia della Repubblica di Genova di Carlo Varese
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1^23, più mai nelle consecrazioni di quell' isola ». Ed io lodo e confermo tal decisione, soggiunse il Papai Alle quali parole, grave tumulto e scandalo manifesta vasi nel concilio. L'ardito Roggero di Pisa, avan-zavasi verso il trono del Papa, e togliendosi di capo la mitra e di dito 1' anello, gettava sdegnoso T una e l'altro sui piedi di Lui dicendo : « non sarò mai più tuo Arcivescovo e Vescovo ». A quella insolente proposta rispondea il Pontefice , rimovendo col piede anello e mitra: « mal opri fratello, ed io te ne farò pentire ». Al dimane pubblicava la bolla che toglieva alla Chiesa di Pisa i contrastati diritti, e imponevate perpetuo silenzio sotto vincolo di scomunica.
Partivano altamente sdegnati i Pisani; partivano mormorando e senza prender commiato dalla Curia Romana. Rimanevano i Genovesi umili nella loro gloria, ma esultanti nell'animo dell'ottenuto trionfo: ricevevano congedo, baciavano al Pontefice il piede, poi tornavano gloriosi in patria. Le mani dei Pisani già correvano all'armi, e spente no, ma pia che mai ardenti facca in tal modo Callisto le gare, e sanguinosi gli odii delle due rivali Repubbliche.
4424. Quest' avvenimento rendea forse fin da quel giorno Ghibellini i Pisani, Guelfi i Genovesi ; e certo in progresso cercarono e ottennero i primi protezione dagl' Imperatori, come i secondi si strinsero coi Papi: ma Pisa commise per allora la sua vendetta alle proprie armi ; e benché in ogni scontro si . avesse la peggio, non pertanto erano senza sangue
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