Storia della Repubblica di Genova di Carlo Varese
libro primo. 55
Repubblica torselli d'in sugli occhi, e proponeva loro ioo-h32 di cedere a Lei quei luoghi per prezzo, desiderosa perō che non accettassero gė' insidiosi patti. L'inesperta politica di quei signorotti che le cose misuravano non a stregua della loro debole possa, ma della passione, ricusava con orgoglio, e Genova sorrideva. Mandava cavalli e fanti : Fiaccone, Chiappino, Mondasso, e Pietra Bisciara acquistava colla forza, e niun compenso sborsava. Ad Alberto Marchese di Gavi, e Signore del castello di Voltaggio, che pių dura resistenza opponeva, concedeva eque condizioni e un pugno d' oro. Suscitava poi contese al Vescovo di Tortona per la decima della montagna di Ceta nel territorio di Ronco, e col sacrifizio di poche lire allargavasi per quelle rupi. Spingeva una grossa mano di cavalli e fanti in Monferrato ; ne inquietava il Marchese, e toglievagli Montalto. Cosi di verso Lombardia s'insignoriva dei passi pių difficili e prcparavasi a valida resistenza pel caso in cui gli addormentati Principi Germani venissero a risvegliarsi.
Dall' altra parte, i Conti di Lavagna che 1' angustiavano da levante verso la Spezia, cranle venuti a noja : per farsegli amici, o per aver pretesto di trattargli come nemici, Genova concedeva loro certi privilegi di dazio, a patto che se ne starebbero all' obbedienza dei consoli e del popolo : ma poco dopo, o a giustizia o a cavillo, i privilegi ripigliavasi, ai molesti Conti fabbricava sul capo il castello di Rivarolo, poi combattcvagli e rovi-
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