Storia della Repubblica di Genova di Carlo Varese
56 storia di genovaM30-H32L navagli. Infeudava quindi il castello e la corte di Frascario ai Signori da Passano, a condizione che avrebbero tenuta viva la guerra coi Lavagniui, e sč obbedienti in perpetuo al comune. Quindi voltandosi dall' opposta riviera, tendeva insidie a San Remo che vivea libera e colle proprie leggi all' ombra dell' imperiale protezione. Impossessavasi della cittą, ne annullava il parlamento, ne imprigionava i magistrati, esigliavane i principali cittadini, toglieva ai pił forti i beni, ad alcuni la vita, demoliva le torri, altre ne fabbricava sul littorale per freno dei vicini popoli di Bajardo e di Poi-pino ai cui cittadini, non che ad un Conte di Yintimiglia facea giurare soggezione alla Repubblica. Nelle isole poi, persisteva nel suo sistema di dividere per soggiogare, di sparger semi di discordia per indebolire, e gģ'indeboliti assoggettare. L'un feudatario riscaldava, il nemico di lui proteggeva, poi opprimevagli entrambi; alle proprie Chiese donazioni assicurava ; brevemente , gettava in mille forme salde radici di dominazione e d'imperio.
Facea passi e acquistava forza pei conquisti e le vittorie : facea passi e acquistava vigore perfezionando con felici innovazioni le civili sue istituzioni. Ai contratti accresceva fede e sicurezza mediante la sottoscrizione dei testimonii, per la prima volta richiesta negli atti pubblici e privati. Istituiva i Clavigeri destinati a custodir le chiavi del pubblico erario, gli Scrivani ed il Cancelliere del Comune, Nuova e pił ripartita divisione della cittą
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