Storia della Repubblica di Genova di Carlo Varese
libro secondo. 69
sono i maneggi dei Genovesi in questo periodo di 1134-1i38 tempo : notevole soprattutto quel loro starsi <}al-l'armi mentre tutta ferveva Italia di sanguinosi dispareri e di pazze discordie. Amaro frutto della riacquistata indipendenza, ogni città aspirava a supremazia , lacerava le vicine o n' era lacerata. Veneziani e Ravennati danneggiavansi per terra e per mare: Veronesi e Vicentini facean guerra ai Padovani uniti a quei di Trevigio : Pisa e Firenze ardevano contro Lucca e Sienna; doma Lucca, Pisa più fiera voltavasi contro Venezia. Modonesi e Bolognesi straziavansi anch' essi : tutti insomma insolentivano pretessendo libertà : intanto V autorità del debole Corrado era affatto disprezzata e negletta.
In tale stato di cose, Genova guardavasi dal rumoreggiare: che vale andar contro nemici che che si sbranano a vicenda ? Meglio torna dar tempo al tempo, lasciar che s'indeboliscano e intanto forbir T armi. Così diceano i consoli e così faceano : però non intralasciavano le pratiche ed i negoziati per mettere più ferme radici in Oriente. Mandavano a Giovanni li Comneno Imperatore di Costantinopoli Ambasciatori perchè fossero ai Genovesi conceduti gli stessi privilegi che a quei di Pisa e di Venezia erano stati accordati: per quelle preferenze i guadagni del commercio ligure trovavansi di molto assottigliali : ma la cagione delle franchigie di cui godevano principalmente i Veneziani era troppo nobile e giusta, e soprattutto la memoria
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