Storia della Repubblica di Genova di Carlo Varese
LIBRO SECONDO. 73
violò i patti consentiti, e andò oltre i diritti delle 1145 sue prerogative, per cui la famiglia degli Aimoini, la più possente fra quelle de'suoi sudditi, levò a rumore il popolo. Guglielmo costretto a girsene in bando richiamavasi ai Genovesi obbligandosi a pagar loro mille marche d'argento se riescivano a restituirgli r antica sede. Benché gli annalisti genovesi e gli stranieri non V accennino, pare che i Liguri godessero in Mompellieri di molte immunità loro contrastate dai Principi d' Aragona, e che profittassero di questa opportunità per dar loro più solido fondamento ed acquistarne delle maggiori. Quindi e che armate quattro galee sbarcavano nelle vicinanze di quella città. 11 clero parteggiava per Guglielmo, per cui non riesciva loro difficile costringere i cittadini a ricevere l'antico signore il quale però dovea venirne a novelli patti e promettere di rispettar meglio in avvenire i privilegi della città. Ne gli rispettava perciò , eli' era uomo di morta fede : pare anzi che contrastasse ai Genovesi stessi il libero dazio conceduto loro nelle sue terre, e contro di essi rivolgesse l'armi e il corseggiare. Per questo, due anni più tardi presentavansi essi nelle acque della Provenza con una galea per bottinar sulle coste. Esciva Guglielmo a combattergli, ma un balestriere ligure ferivalo di dardo tra la spalla e il petto e toglievalo di vita; impadronivansi poi i Genovesi d'una saettìa carica di pirati provenzali, traevanla in Genova, e con feroce consiglio ne abbacinavano la ciurma. Cosi la Repubblica proteg-
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