Storia della Repubblica di Genova di Carlo Varese
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11I9-1145 loro non andavano di pari passo col valore ed il coraggio. Almeria, per cura del novello Principe mostrava una dura fronte, e i venti settentrionali già cominciavano a soffiare, ausiliarii alle spergiure genti. Ordinavano i consoli che si mettesse alla vela , rimandando a più propizia occasione V acquisto della nemica città e la punizione dei violati giuramenti.
114G Tornato in Genova, narrava Caffaro della soggiogata Minorca , dell' investita Almeria , della stabilita tregua, e dei rotti patti. Ma soprattutto raccontava come stesse potente la città, e come la difendessero gagliardi presidii di mura, di cittadelle , di ridotti e di guerrieri. Rammentava essere durissimo affare il soggiogarla, avvegnaché racchiudesse ricchezze da compensare qualunque sagrificio fosse per far la Repubblica onde ottenerla. Discutevano i Magistrati se convenisse abbandonar V impresa, o con maggiore alacrità e con miglior nerbo ritentarla alla stagione novella. I più stettero in quest' ultima sentenza la quale però venne da ulteriori riflessi meglio maturata.
Era Re di Castiglia e di Leone, Alfonso VII. Era Principe d'Aragona e Conte di Barcellona Raimondo Berengario III. A questi due Principi, più che ai Genovesi riescivano molesti i Mori del regno di Granata : confidò quindi la Repubblica che richiesti d' aver parte alla lega ed ai vantaggi, non poteano non acconsentirvi : mandò a quest' effetto ambasciatore ad enlrambi un Filippo di Lamberto Guezo il quale , prima tentava il Conte di Bar-
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