Storia della Repubblica di Genova di Carlo Varese
libro secondo. 79
cellona, siccome quello che di conquisti era più avido, e avea maggior interesse a levarsi dai fianchi quegl* incomodi e perniciosi vicini. Vi annuiva con gioja Raimondo» anzi sollecitava Alfonso perchè vi desse mano : nè ricusava il Re d' Aragona ; solo pattuiva che superata Almeria e qualunque altra terra che dai Saraceni fosse occupata, verrebbe in tre eguali porzioni divisa : sarebbe 1' una assegnata ai Genovesi, spetterebbero a lui le altre due. Le quali condizioni non dispiacquero al Conte , clic d'Alfonso era cognato ed erede, e furono da lui, a nome del Pie consentite e giurate. Promise essere alla novella stagione nelle acque delle Baleari con possente naviglio ; promise privilegi ne' suoi mari e nelle sue terre al ligure commercio , nè dimenticava di chieder parte ai pericoli della espugnazione di Tortosa, tanto era 1' ardore eli1 egli dimostrava.
Reduce in Genova con questi patti e promesse, Filippo di Lamberto, trovò gli animi più che mai pronti a mandar ad esecuzione Y impresa. Eugenio III allora Pontefice, avea soffiata la fiamma delle conquiste su mezz' Europa : sciami di Francesi e d1 Alemanni tornavano ad indossar la bisaccia del pellegrino e ne impugnavano il bordone, li nome di Saraceno suonava come quello di abborrito nemico , e per disperderlo disponevansi i Cristiani a varcar un'altra volta l'immensità dei mari ed a versar torrenti di sangue.
Nasceva in questo un duro incaglio per cui dibyGoOgI
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