Storia della Repubblica di Genova di Carlo Varese
libro secondo. 83
chè non trova vasi aver seco più di mille fanti e u quattrocento cavalli, avendo poco prima congedato il rimanente delle sue truppe.
Come avvenisse sì strana scioperatezza non è per avventura chi dir lo possa, senonchè forse i fatti che seguirono, spargeranno una qualche luce in quelle tenebre. Intanto Alfonso prometteva al Buonvillano di raccogliere senza indugio i suoi e di correr presto all'impresa: ne assicurasse i consoli, diceva, e stessero sull' ali.
In questo, tenevano sempre i Genovesi le acque stesse, e benché i Saraceni provocassero a battaglia, ricusavanla; dal che senza loro disdoro è lecito argomentare, che a dispetto di tanto navilio non senti vansi forti abbastanza per cimentarsi. Ma il console Baldovino, che tuttora stavasi al blocco di Porto Magno, nojato del non far nulla, e parendogli che pur s' avrebbe potuto far qualcosa, sollecitava i compagni ad abbandonar capo di Gatta per cominciar la guerra : ma non piacevano questi consigli : temporeggiavano i Fabii sempre desiderosi dei promessi soccorsi. Venne finalmente Raimondo Berengario con alcuni bastimenti e qualche squadra di cavalli e di fanti: quantunque gli ajuti non fosseso pari alle aspettative, parve nondimeno ai più che non s' avesse a dilazionar oltre, e si concertarono le fazioni nel seguente modo. Dovesse Baldovino allo sptintar del giorno muovere verso la spiaggia, che fronteggiava la moschea, e farti aperte dimostrazioni, di voler pigliar terra co' suoi,
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