Storia della Repubblica di Genova di Carlo Varese
LIBRO SECONDO. 91
liberi d'ogni tassa gli uomini che abitavano dall' isola 1147 Sałt' Onorato sulla costa di Provenza fino a Porto venere ; far per ultimo, quanto dettassero i consoli di Genova, in riguardo a quei di Pisa e di Sicilia. Le quali cose consentite e giurate dal Buon-villano, lasciavangli mille guerrieri, e salpavano per Barcellona, dove intendevano svernare, racconciar le navi, fabbricar macchine ed attrezzi e disporsi ai novelli conquisti. Perņ, i consoli Oberto Torre ed Ansaldo Doria, imbarcavansi su due forti galee, e veleggiavano verso Genova per render conto alla Repubblica di quanto aveano operato, e richiederla degli opportuni soccorsi e consigli, per la meditata espugnazione di Tortosa. Recavano i sessantamila marabottini, assai ricche spoglie frutto delle vittorie, fra le quali notavansi due superbe porte di bronzo, ed un arabescato ornamento di lampade, bellissimo e svelto lavoro di artefici moreschi.
Alla conquista di Tortosa era pił ch'altri im-1148-1149 pegnato il Conte di Barcellona, perchč i suoi stati confinavano appunto coi possessi dei Mori, ed erano non di rado da loro devastati. Al tempo prefisso, trovossi egli quindi sull' Ebro, con forte mano di fanti e di cavalli, e con buon polso di cavalieri Inglesi e Templarii, pressoché tutti venuti spontanei e per furor di guerra, vertigine del secolo , a questa impresa. Lo accompagnava quel Guglielmo , fratello del Re d' Aragona e Signore di Mompellieri di cui dicemmo : 1' animoso guerriero
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