Storia della Repubblica di Genova di Carlo Varese
LIBRO SECONDO. 93
comandanti, risolvettero di assaggiar primi il ne-11481149 mico, e allo spuntar dell' alba buttavansi su d'un angolo della città con subito impeto. Correvano i Mori alle difese, scambiavano per ben tre ore aspre percosse, non senza numerose morti dall' una e dall'altra parte, ma più da quella dei Genovesi, per cui sdegnati i consoli, fatto suonar a raccolta, decretavano , nessuno avesse più a combattere senza preventivo avviso di chi imperava ; gravi pene a chi trasgredisse.
Ultimate le macchine, avvicinaronsi alle nemiche mura e cominciarono ad arietarle ; e benché strenua fosse la difesa di quei di dentro, tanto gli assalitori percossero, che rovinata una gran falda di parapetto , ebbero facoltà di accostarvi due castelli , meravigliosi lavori della ligure industria, dai quali saettavano pesantissimi macigni contro le case e contro le torri ; col qual gioco, e coli' urto tremendo dei ferrati arieti, spianavano parte della città, e ben quaranta di quelle torri. I Saraceni, sperimentata con molto loro danno, la ferocia dei Cristiani, e persuasi che niuno scampo loro rimaneva fuor quello della cittadella, vi si raccolsero alla rinfusa, e fecer viso di volerla sino all'ultimo difendere. Grcondata dall'immenso fossato che accennammo , posta sovr' eminente loco , munita di salde torri, d' angoli di cortina assai robusti, e di abbondanti canove fornita, ben potea stancare il valore degli assediatiti. Né furono tardi ad avvedersi i consoli che aveano per le mani un'ardua
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