Storia della Repubblica di Genova di Carlo Varese
IOO STORIA DI GENOVAii5o-h54 sangue acquistata. Parliamo di Federico Barbarossa che dall' Alpi, per la valle di Trento, scendeva come torrente nelle pianure di Roncaglia nel Piacentino. Veniva ad inondar quell'Italia sottrattasi alla dominazione de' di lui antecessori, in virtų degli argomenti stessi, che a' suoi antecessori l'a-veano sottomessa. Ne considerava 1' affrancamento come una ribellione, i privilegi come usurpazioni: volea farvisi incoronare Imperatore e Re, e sapea che non v' avrebbe trovato nč sudditi, nč obbedienza , nč tesori. '
Ad annunciare le intenzioni, apriva in Roncaglia un Concilio, richiamando in vigore le antiche consuetudini per le quali doveano tutti i vassalli d'Italia recarsi ad ossequiare il loro Sovrano, sotto pena a chi mancasse, di perdere i suoi feudi. Benché la Repubblica di Genova, si riconoscesse indipendente di fatto, tale non osava ancora dirsi di dritto ; mandava perciō i suoi ambasciatori, nella persona di Caffaro di Caschifelone e di Ugo Arcidiacono di San Lorenzo, che otto anni dopo era eletto alla sedia arcivescovile della sua patria. Presentavansi i due legati, non senza trepidazione, posciachč quel Principe crudele, inferociva talvolta in onta d' ogni dritto, contro gė' intangibili ambasciatori. Ma mentre gė' inviati delle altre Repubbliche o insultava, o con mal viso riceveva, gravi ed umilianti condizioni di pace loro imponendo, quei di Genova benignamente accoglieva, e il loro comune pių dell' amicizia che della servitų richiedendo,
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