Storia della Repubblica di Genova di Carlo Varese
LIBRO SECONDO. 117
vare almeno la proprie convenienze, nominò giù- u58 reconsulti, che esaminassero la validità dei titoli, pei quali pretendevano i Genovesi le immunità che abbiamo narrate.
Avea ¥ Imperatore, e seco sempre traevagli, alcuni legali, ai quali affidava la disputa e la decisione dei punti di diritto ogniqualvolta nascevano dubbii sulla loro validità. La Repubblica dal canto suo, confidava i proprii interessi a varii dotti, coi quali vennero, per così dire, a battaglia i giureconsulti di Federico. Fu più facile aggiustare i dispareri che deffinire il modo con cui la convenzione doveva essere espressa. Voleano i commissarii imperiali usar parole che la sovranità dell1 impero costituissero : studiavansi i Genovesi d* allontanar quelle che non ammettevano almeno una doppia interpretazione : dopo un lungo parlare, convennero finalmente: concederebbe l'Imperatore la sua grazia ai Genovesi dei quali si costituirebbe difensore: non guarderebbe ben addentro nelle cose che possedevano , giurerebbe Genova fedeltà all' impero , ma per essa non sarebbe tenuta a dar soldati o danari: dimetterebbe le regalie, quelle sole però che si riconoscerebbero appartenenti all' Imperatore; starebbesi dal fabbricarle muraglie e i ripari, ma non sarebbe obbligata a distrugger quelli ch'erano già fatti: finalmente, darebbe miladugento marche d'argento , ma a titolo di dono spontaneo ». Queste cose giuravansi in Genova nel palazzo arcivescovile da quaranta deputati della Repubblica, e da Rinaldo
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