Storia della Repubblica di Genova di Carlo Varese
libro secondo. 119
uè a guarentire in tutti i luoghi da ben meditati x 159 1 assalti. Ne decretavano i consoli il compimento, rafforzavano gli spaldi, accrescevano le bertesche e le torri, rassodavano le blinde, scavavano più profonde le fossa, e nel breve volgere di cinquan-tatrè giorni ponevano le difese in sì valido stato che la intera Germania, ove tutta si fosse rovesciata in Italia le avrebbe , siccome loro pareva, invano assalite. Ciò si facea certo in onta ai trattati dei quali erano ancora caldi i giuramenti ; ma i nunzii imperiali istigando all' armi i Vintimigliesi aveano primi rotta una fede che a quei tempi pochi mantenevano con religiosa osservanza. Ne erano superflue le precauzioni : Y indole distruggitrice di Federico manifestavasi ad ogni passo : mentre Genova munivasi d'un potente antemurale, egli soggiogava e svelleva dalle fondamenta Crema, poco prima sua fida ma troppo debole alleata. Così la smisurata ambizione di quel feroce tutti gli animi teneva in continuo timore ; Genova, Venezia e Napoli erano quasi le sole città d'Italia sulle quali non gravasse la sua mano di ferro : ne se ne asteneva per moderazione.
Preparavansi intanto gravi scandali alla Chiesa, e mali d' altro genere alla derelitta nostra patria. Il buon Adriano IV moriva in Agnani e lasciava gran desiderio di sè, che molta lode meritava di pietà, di prudenza, di zelo e di liberalità veramente principesca. Gli ambiziosi disegni dell' Alemanno Monarca aveano trovato in lui un potente
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