Storia della Repubblica di Genova di Carlo Varese
libro secondo. 1
un salutare timore, e che, se non ispensero le ire, le assopirono almeno e tolsero loro di prorompere in riprovevoli eccessi.
Frattanto i liguri navigli correvano i mari più gl6i lontani, o a frenare l'insolenza dei Saraceni e dei Mori, o a rintuzzare V orgoglio dei Pisani, o a rannodare legami di commercio, o a sbarcare, spesso per virtù di trattati, e spesso per furtivi contrabbandi le merci caricate nei porti della Repubblica o nei fondachi delle greche città. Le coste del Mediterraneo, dall' alpestre Calpe sino al Bosforo mantenevano continuo traffico coi laboriosi Genovesi, i quali impinguavansi sempre più delle ricchezze che a si alto grado di potenza avviavano la loro patria. Se insorgevano controversie, e ogni dì insorgevano, sapevan essi o col destreggiare, q col minacciare, o col correre da corsali sulle navi di loro coi quali erano in dissidio, volgerle in proprio prò, sì che quasi sempre guadagnavano, raro perdevano. A quei giorni appunto usciva Oberto Spinola con cinque forti galee, fornite di ardimentose ciurme, e con un sopraccollo di gagliardi, usi ad ogni pericolo. Solcava le acque di Corsica e di Sardegna per proteggere il ritorno di certe navi che dal levante aspettavansi; poi rivolgeva d'improvviso le prore verso Spagna, e spazzavane le coste dai corsari saraceni e mori che rifuggivansi nei loro porti, e tiravano in terra. Penetrava intanto F audace Ligure in Denia, porto del regno di Valenza, e facea tali dimostrazioni che Lupo
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