Storia della Repubblica di Genova di Carlo Varese
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1162 Mal torna al debole 1' alleanza d' un fortissimo ove questi non sia sempre per tutto a proteggerlo, Lo seppero i Pisani in Sicilia, dove Guglielmo van-taggiavasi del tempo per far le sue vendette Su i ¦Pisani eh' erano ne' suoi stati. Confiscava loro gli averi ; e quanti poteva ghermire, tanti mandava in carcere. Trovaronsi in Palermo anguste le prigioni, e la moltitudine dei sostenuti era tale che poterono prorompere nella cittą ed assalire lo stesso palazzo del Re il quale vi fii chiudeva. Se meno risoluto fosse stato il contegno delle guardie, correva quel Principe gran pericolo di vita : ma perchč virilmente adopravano, le inermi turbe ne andarono a pezzi o disperse.
Gli sdegni di Federico non furono di lungo seguito siccome difatti aveano presagito i Genovesi. Pił calevagli di Genovą che efi Pisa : questa poteva ad ogni evento astringere colla forza, quella no. Scordava dunque i patti poco prima giurati coi consoli pisani, e invitava quei di Genova ad inchinarlo in Pavia. Non titubava la Repubblica e mandava Guglielmo Barone e Grimaldo consoli ; gli accompagnavano un Guglielmo Vento, un Marchio Della Volta, un Enrico Dória, un Oggero de Guidone , un Oberto Spinola, un Filippo de Giusta, e un Buonvassallo Bufferio, ottimati tutti e degni di rappresentare la maestą della Repubblica al cospetto della maestą imperiale. Ąccogiievagli orre-volmente il barbaro conquistatore, e persuadevagti a giurare pel loro meglio fedeltą all' impero, e ad
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