Storia della Repubblica di Genova di Carlo Varese
libro secondo. l35
ch'erano molti, e inclinargli a feroci rappresaglie, ufo Giunti i fuggiaschi in Genova raccontarono le patite ingiurìe, i sofferti danni; e rispondevano i commossi cittadini ai loro lamenti con voci di rabbia e di vendetta. Correvano all'armi, allestivano dodici galee, e già davano alle vele senza l'ordine dei consoli, senonchè questi, riconosciuto che l'o-nore della Repubblica richiedeva più regolare risarcimento , altronde già disposti alla guerra per molte e gravi antecedenze, vietavano alle navi di sciogliere le vele.
Era bella costumanza e civile più che a quei tempi di ferocia non convenisse, quella cioè che alla guerra dovesse precedere una slida accompagnata dalle ragioni che la rendevano legittima, almeno al tribunale di chi la porgeva. Non poteasi trascurar senza infamia un tal uso, nè trascuravamo i consoli in questa occasione. Spedivano un araldo in Pisa colle seguenti parole:
I Consoli Genovesi ai Consoli Pisani ed al loro popolo.
« Da assai tempo voi avete preso ad insultarci in tutti lidi e principalmente ogniqualvolta la superiorità delle forze vi mette in grado di farlo con sicurezza. Nè contenti delle vituperose parole, trascorrete a vituperosi fatti, alle violenze, alle rapine , alle mutilazioni ed agli assassinii. Ora, poiché ci trattate da crudeli nemici, sciolti da ogni patto che voi primi rompeste, vi chiediamo soddisfazione : ve la chiediamo dell' usurpata Sardegna
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