Storia della Repubblica di Genova di Carlo Varese
libro secondo. i39
al momento, davano alle vele , nè tardavano a scoprire la flotta nemica cui avvicinarono, e colle male parole, non potendo coi fatti insultavano, sfidando a singoiar battaglia dodici delle loro galee, nè ricusando di cimentarsi con altre dodici non appena avessero umiliato V orgoglio delle prime. Si vantano i Liguri d'aver avuto un rifiuto, per la qualcosa con-gedaronsi da quelle, non senza aver prima regalate le ciurme di molte beffe e di alcune saette ; re-cavansi a distruggere V isola Pianosa che obbediva ai Pisani, e ritornavan poi nelle acque di Corsica e di Sardegna per far quel più di male che potevano. Fin qui gli annalisti genovesi: ma all'imparziale lettore queste versioni sembreranno sospette, chè non reggono nè alla critica, nè alla ragione. Che i Pisani armassero trentasei galee e molte saettie per depredare, e non depredassero se non se due pòvere navi che veleggiavano affidate alla santità d'una tregua, non par credibile : che rompessero cosi sfacciatamente i patti, almeno senza aver in vista imprese, la cui importanza rendesse scusabile, in senso macchiavellico o politico che dir si debba, 1' enormità del fatto, par men credibile ancora. Chè se quella flotta era uscita a predare e a danneggiare, perchè non usava l'opportunità della forza sulle dodici galee che la insultavano e sfidavano a cimento? Perchè lasciava si distruggesse Pianosa ? E come distruggevano i Liguri sui due piedi senza che volasse a soccorrerla quel poderoso navilio? Che i Pisani esercì-
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