Storia della Repubblica di Genova di Carlo Varese
libro secondo. i53
laudo le antiche pretensioni, e alle antiche le no- n66 velie aggiungendo, e i servigi prestati, e quelli eh' erano per prestare all' impero, e la fedeltà loro inconcussa lodando, concludevano, avere la sagacia di Cesare molto bene riconosciuto, essergli state carpite le investiture di cui poco prima furono i loro rivali rivestiti : averle però con somma sua gloria rivocate, chè ben sapea egli esser primo dovere di chi regna riparare le ingiustizie : saperlo T augustissimo consesso, saperlo anche 1' onorevolissimo cancelliere dell' impero, l'Arcivescovo di Magonza che già avea ricevuto a tal fine, una assai pregevole somma di denaro : doversi perciò sciogliere ogni dubbio ; doversi ai Pisani V antica signoria restituire, dover Cesare chiarire senza riguardi le sue intenzioni : non dubitare eh' egli non fosse per farlo, tanto dovea piacere al suo Consiglio, al suo popolo, al mondo far manifesto com' egli in qualunque incontro, sapesse antepor la giustizia ad ogni mondana considerazione.
Inclinava Cesare, il dicemmo, inclinava il Consiglio , inclinava 1* Arcivescovo di Magonza, a trovar freschi e valevoli questi rancidi ed insussistenti argomenti ; e il cancelliere, come se nulla oppor si potesse, e come s* egli fosse V Imperatore, il cancelliere alzavasi, e dichiarava a nome del Consiglio che le supplicazioni erano accette, e che i Genovesi intcndevansi esclusi in avvenire, da qualunque pretensione sopra Y isola. Allora sorgeva lo Spinola, e di patria carità più traboccante che pieno,
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