Storia della Repubblica di Genova di Carlo Varese
l56 storia di genovaii66 minazione dovesse essere concludente e riescile fruttuosa, ognuno sei vede da sè : di giustizia fa-ceasi suonar alto il nome ; il dritto era il fatto , e la forza il solo regolo che alle azioni delle due accanite nemicRe desse norma e legge.
Ma i dissidii tra Genova e Pisa, non volgevano soltanto sul contrastato possesso di un'isola, allora feracissima e di somma importanza per la felicità della sua situazione. Scioglievansi le questioni col ferro sul mare, piativasi nelle aule imperiali, usa-vansi raggiri, profondevansi promesse per ovunque vi fosse speranza di fermare il piede con vantaggio e fare scaturire qualche vena di ricchezze. Uno stesso spirito animava Venezia, Genova e Pisa : il commercio d'oriente era ben altro pomo di discordia che acremente disputavansi : la politica e 1' astuzia dei greci Imperatori, mentre l'una favoriva, teneva 1' altra in isperauza, e la terza opponeva ad entrambe perchè nè l'una nè l'altra ottenesse assoluta supremazia. Egli è in quell' anno che guidato da questo macchiavellismo, l'Imperatore Emanuele Com-neno invitava la Repubblica a spedirgli, senza por tempo in mezzo, ambasciatori, perchè intendeva favorire, più che pel passato non avesse mai fatto, Genova, la prediletta, com' egli allora diceva, e tenerle tutti quei patti antecedentemente consentiti, sebbene per non preveduti sgradevoli accidenti, non avessero partorito effetto.
Era, meglio che ad ogni altri, nota ai Genovesi la versatile condotta dei Comncni: ma non pertanto,
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