Storia della Repubblica di Genova di Carlo Varese
l6o STORIA DI GENOVA
ìi66 Sigismondi, un Iuscello e uno Scotto, nobili tutti e a riguardevoli casati appartenenti.
Cadevano allora nelT abbattimento gli animi di chi reggeva, e tanto era lo sconforto, che spirato il termine del loro consolato, non osavano convocare a parlamento i cittadini perchè eleggessero i successori ; e intanto , si risguardavano come scaduti dal potere, e rimaneva la città priva di reggimento; più gravi disordini erano per sopravvenire se Ugo Arcivescovo, affidato alla inviolabilità del suo ministero non avesse ordinato, sebbene con animo tremebondo, si suonasse la campana, si raccogliessero le compagne, alle quali con mansuete parole dimostrava il pericolo del nessun governo , la necessità di nominare sul fatto novelli magistrati, che poi di propria autorità e col solo parere del suo clero, eleggeva ed installava nel loro uffizio senza molti scandali o contrasti. Mirabile vittoria in quei tempi di sovvertimento generale, e in tanta inclinazione alle turbolenze ed ai dissidii. Ma la Religione a quei giorni, poteva intromettersi mediatrice nelle gare cittadine, senza tema d' essere disprezzata. Fors' anche a piegar gli animi della plebe venne opportuno un decreto del senato che sminuiva ancora della metà, la durata dell' impero dei consoli, sì che non più due anni ma un solo, avessero a rimanere in carica ; provvidenza che assai chiaro dimostra, come s'intendesse a rendere sempre più difficile l'usurpazione e l'abuso del potere.
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