Storia della Repubblica di Genova di Carlo Varese
libro secondo. l63
torbida notte, e chetamente sbarcava a pie del monte 1166 trecento uomini coi quali, pigliata V altura a ridosso , giungeva prima che albeggiasse sulla roc-
chetta, vi penetrava di sorpresa, vi poneva il fuoco, traeva alla nave quei che il sonno avea traditi, e rimbarcavasi con essi.
E a loro volta, quei di Pisa meditavano ed eseguivano un' insidia che fortemente coceva a Genova. Partivano dai loro porti con otto galee e volgevano verso Provenza dove reggeva Raimondo Berengario III. Dubitavano quei di Genova d' un qualche insulto , e mandavano ad inseguirgli con quattordici legni il console Amico Grillo il quale, giunto alla foce del Rodano, udiva che le galee nemiche veleggiavano a Sant' Egidio, terra del Conte Berengario che da assai tempo , volte le spalle a Genova, pareva essersi pił strettamente acconciato con Pisa. Entrava Amico animosamente nel fiume , ma le navi pisane a cui il numero non permetteva di aspettar T incontro, escivano preste e silenziose da altra foce del fiume che Capra diceasi : bordeggiava il Grillo , informavasi destramente del cammino che aveano preso, ma quei del litorale nudrivano pił simpatia pei Pisani che pei Genovesi, e mostravansi in aspetto piuttosto ostile al Grillo, che difettando di vettovaglie ne chiedeva invano a quei d'Arles e a quei di Sant' Egidio. Introduceva allora pratiche coi consoli perchč gli favorissero lo scontro ch'egli bramava, ma gli veniva negato : intanto la fiotta pisana gli fuggiva, per cui, egli se ne tornava mestamente in Genova.
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