Storia della Repubblica di Genova di Carlo Varese
libro secondo. 167
mano, pattuissero alleanze e trattati di commercio, ponessero una volta fine agli strazj. E quei di Genova parevano inchinar benigno orecchio ai prieghi, ma le pacifiche inclinazioni duravano quanto la stagione ria: all'intiepidirsi della novella, tornavano a novelle botte e pił sanguinose: solo cambiavano il campo: e le acque di Corsica, di Caprara e d'Elba ricevevano i trafitti corpi e i miseri avanzi degl' incendj e delle distruzioni : pari danni sempre e pari vantaggi, se vantaggio potea dirsi il breve sovrastare di questi o di quelli. Sconsigliati tutti! Verrą presto lo straniero a mettervi d' accordo !
In questo mezzo, anche i vicini di terraferma facevan lor pruove sui fianchi della Repubblica, o per tenerla nei limiti, o per ricarpirle parte delle antiche usurpazioni sulle quali il tempo andava spargendo quella ruggine che diviene poi una incontestabile ragione di possesso. I Marchesi di Monferrato levavansi in superbia, o perchč forti del favor di Cesare, o perchč sentivano gią ribollire quegli spiriti che doveano poco dopo condurgli a si rispettabile dominio. Il Marchese Guglielmo, capo allora di quella famiglia, guardava con cupidigia il castello di Parodi, spina de' suoi occhi, perchč, quantunque per allora non fosse altro che lreno alle sue valli, potea pił tardi divenir torrente che le devastasse. Armava tacitamente un buon polso d'arcieri e di frombolici!, e pił tacitamente ancora portavasi sotto l'ambita rocca, e la strin-
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