Storia della Repubblica di Genova di Carlo Varese
libro secondo. 169
differenze delle due Repubbliche, o piuttosto a 1167 rinfocolarle, ove tanto fosse stato 31 senno d'entrambe da pensar seriamente ad appianarle. Sapeva fin d' allora Federico, che per conservar soggetta la bellicosa penisola conveniva tenerla divisa non solo, ma adoprar V armi de* suoi cittadini a domare quella inquieta* smania di emancipazione che fervea nelF animo di tutti. Rumoreggiava alla lontana il tuono che dovea cadere pochi anni dopo sul capo degli stranieri che la pazienza degl' Italiani stancavano con ogni maniera di barbari trattamenti. Verona e Padova innalzavano prime lo stendardo della ribellione, e mostravano nulla essere impossibile a chi vuole fermamente : piombavano arrabbiate sulle fortissime rocche di Rivoli e di Àppen-doli, le sovvertivano dalle fondamenta, e scannavano con felice gioja fin V ultimo dei Tedeschi che le aveano a guardia. Fortificavano poi, e presidiavano con buon polso di gente risoluta il passo della Chiosa, intanto che Cremona, Bergamo, Mantova, Brescia, Ferrara e Milauo stringevansi con patti federali, e giuravano voler piuttosto patir l'ultima distruzione, che tollerar oltre il ferreo giogo che le gravava. Brevemente, la famosa lega lombarda, la pagina più bella delle storie italiane, veniva consentita segretamente ; non tanto però che non ne avessero sentore i commissarj imperiali che perciò imprigionavano a centinaja gli ostaggi.
Già abbiamo narrato come e quanto importasse a Federico che la sedia di Roma fosse occupata
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