Storia della Repubblica di Genova di Carlo Varese
libro Secondo. 177
ad alcuni, veramente desiderosi di pace, di ot- 116S tenerla finalmente con reciproca soddisfazione. Le cose dell' Antipapa Pasquale, essendo andate come andarono, cioè a precipizio, era tornato in Pisa r Arcivescovo Villano che V anno addietro avea/come notammo, dovuto cedere al Benincasa e fuggirsene alla Gorgona. Concordava questo prelato, almeno nello starsi fermo al partito d'Alessandro , co' suoi colleghi di Genova e di Lucca: c parlava loro di tregua, ed essi chiedevano alle loro Repubbliche uomini sa vii che la fermassero* Pace sempre doveano suonar le parole e guerra i fatti: un Ottobone per Genova, un Geraldo Bor-garello per Pisa, e un Alcherio di Vejo per Lucca ottenevano Y onorevole missione : ma, o fosse colpa della scelta, o ciascuna delle tre rivali dominata dall' ambizione preferisse discutere col brando che non colla penna, certo è che sfumavano un' altra volta in inutili controversie le speranze dei buoni.
Frattanto il mal avventurato Barisone, comprovava tutta la verità della sentenza di un filosofo che dovea venire cinquecent' anni dopo di lui : essere cioè non credibile, ma pur troppo immensa la distanza che un pò più od un pò meno di pecunia, pone tra uomo ed uomo. Ingegnavasi il misero di persuadere a' suoi inesorabili creditori che il tenerlo cosi cattivo non poteva fruttar loro gran prò: supplicava perchè lo riconducessero in Sardegna a far denari : prometteva dar per ostaggi la consorte e i figli ; e ciò che più importava le sue / Tomo L 13
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